Situata alla sinistra del fiume Oglio, si estende in Franciacorta alle pendici del Monte Orfano. Centro pianeggiante di antiche origini, presenta un profilo geometrico abbastanza regolare. Cuore storico della cittadina è il perimetro murario che corrisponde all’antico castrum romano di epoca I secolo a. C. Lo stemma municipale è rappresentato da due boccali ed una bottiglia di coccio; sullo sfondo argenteo sono raffigurate due fasce azzurre. Riguardo l’origine del nome, ecco alcune teorie: 1) "cocal" ovvero conchiglie lacustri (legato al massiccio ritrovamento di fossili rinvenuti sul territorio; 2) “ a capo dell’Oglio” per la particolare collocazione geografica; 3) “coca” ovvero altura; 4) “cocagium” ovvero il diritto di ripulire il sottobosco. L'abitato si distribuisce intorno alla sua piazza principale; tale piazza, al centro della quale campeggia un monumento in pietra raffigurante una lira con l’iscrizione “Il più dolce cigno d’Italia”, è intitolata al famoso madrigalista Luca Marenzio nato a Coccaglio nel 1533 ed esportatore di musica madrigale polifonica presso le principali corti europee (proprio a lui è dedicato il Conservatorio di Brescia). I primi insediamenti risalgono all'epoca preistorica ai quali fanno seguito insediamenti gallo – celtici e romani confermati dal ritrovamento di tombe di quel periodo. Nel Medioevo svolse un ruolo strategico fondamentale. Conquistata dalla Serenissima Repubblica di Venezia, fu poi invasa dalle truppe napoleoniche e in seguito da quelle austriache. Nel maggio del 1509, il re di Francia Luigi XII diretto a Brescia, pose un campo a Coccaglio. Di Coccaglio ne fa addirittura cenno Herman Melville (autore di “Moby Dick”) che la cita in uno dei suoi diari di viaggio. Coccaglio vanta fra i beni architettonici di grande pregio:
1) Parrocchiale S. Maria Nascente (l’opera iniziata nel 1718 fu conclusa nel 1759) racchiude ai suoi interni uno scrigno d’arte tra affreschi e sculture di Francesco Monti, Francesco Savanni (lodato addirittura dal Tiepolo), Sante Cattaneo detto il Santino, Antonio Zadei, Agostino Galeazzi (allievo del Moretto); Romeo Bonomelli, Antonio Calegari; Domenico – Bernardino e Giovan Battista Carboni e Francesco Angelo Rubagotti. La facciata fu disegnata da Giovanni Donegani colui che diresse, altresì, la costruzione degli interni del Teatro Grande di Brescia.
2) Vecchia Pieve (una delle più importanti della provincia di Brescia): consacrata il 24.06.1488, dapprima dedicata a S. Maria ed in seguito a S. Giovanni Battista.
3) Chiesa di S. Pietro: edificio di culto risalente ben prima dell’anno 1000 (ricca al suo interno di affreschi del 400’ e 500’).
4) La Torre (Posta) romana dalla quale si accede al castello, una rocca di epoca romana della quale rimangono alcuni resti e sulle cui vestigia, nel XII secolo, fu eretto un castello ancor oggi visibile.
5) Castellino: curiosa costruzione fatta erigere dal nipote del carbonaro Andrea Tonelli (quest’ultimo incarcerato nello Spielberg fra il 1822 ed il 1830 ove conobbe Silvio Pellico; furono entrambi graziati nell'agosto del 1830).
6) Palazzo Almici – Frugoni periodo sette/ottocento (sede della Biblioteca comunale e dell'Aula Studio Multimediale).
7) Villa Calini costruita tra il 1600 ed il 1700 ora in gestione ad un noto chef.
8) Recente l'apertura al pubblico del Museo d'Arte Orientale - Collezione Mazzocchi: la collezione, importata dal Giappone da Pompeo Mazzocchi (1829 – 1915), si compone di circa 500 pezzi fra cui armi, avori, xilografie, lacche, manufatti in legno, gioielli, pitture, ceramiche, tessuti, fotografie e bronzi di incalcolabili rarità e pregio, oggi esposti in buona parte nelle quattro sale del museo. Il museo, in futuro, troverà accoglienza in nuova e più ampia sede per consentire anche alle altre opere, oggi in restauro, di vedere nuova luce.
